medicina olistica
di Giulio Di Costanzo
Lo diceva anche Thomas Edison: << Il
medico del futuro non somministrerà medicine ma coinvolgerà il
paziente nella cura della struttura e delle funzioni dell’organismo
umano, nell’alimentazione, nelle cause e nella prevenzione delle
malattie >>. L’inventore statunitense non era un naturopata,
del resto questo stesso termine venne coniato dal suo connazionale
John Scheel soltanto qualche anno dopo, ma era sicuramente dotato di
una mente fuori dal comune. Una mente capace di esplorare percorsi
ancora celati dal tempo, proprio come la medicina olistica e
il “sentiero della natura” (Nature’s Path).
Thomas Edison non fu però l’unico a
profetizzare quella che col tempo si è affermata come naturopatia.
Se Voltaire sosteneva che << la medicina consiste nell’introdurre
droghe che non si conoscono in un corpo che si conosce ancor meno >>
e Groucho Marx ironizzava con << l’ultima volta che sono andato dal
dottore mi ha dato tante medicine che, una volta guarito, sono stato
male per un mese intero >>, Marcel Proust affermava << sembra che la
natura sia in grado di darci solo malattie piuttosto brevi – la
medicina ha inventato l’arte di prolungarle >>.
Nonostante la corsa ai medicinali sia un
fenomeno sempre più diffuso in una società ipocondriaca e allarmista
come quella che stiamo vivendo oggi, molti uomini d’intelletto sono
o sono quindi stati ambasciatori di una medicina meno invasiva e più
radicata nei metodi naturali. Cosa significa? Significa che esistono
nozioni diverse di malattia e di cura alle quali guardare, e che
tali nozioni sono già state accennate, ancora prima che dalla
naturopatia, da coloro che si sono distinti nel loro campo
grazie ad un modo diverso e per questo innovativo di guardare le
cose, di guardare l’uomo. La naturopatia non è quindi un
fenomeno passeggero, una moda del momento come qualcuno erroneamente
crede, ma la risposta scientifica a un vivido crogiuolo di idee che
hanno saputo affermarsi col tempo. E non è un caso che queste nuovi
visioni della vita e più in particolare della cura del corpo si
siano sviluppate anche in ambiti diversi da quello della medicina
olistica, chiaro segno di come l’assenza di concetti inviolabili
favorisca lo sviluppo di nuove strade da percorrere. Proprio come ha
fatto e continua a fare la medicina naturalistica.
Medicina Olistica, non si finisce mai di imparare
Non si finisce mai di imparare. Proprio
per questo abbiamo deciso di offrire a tutti i nostri utenti un
ulteriore servizio informativo: ogni settimana vi proporremo la
lettura di un libro sulla naturopatia. Lo sviluppo della
medicina naturale, infatti, è stato così veloce che la nostra
redazione ha pensato di guidarvi attraverso gli innumerevoli testi
che affollano la bibliografia del settore. Un servizio che ci
auguriamo essere piacevole ma soprattutto utile per avvicinarsi alla
medicina olistica.
Abbiamo deciso di iniziare dal libro
“Intolleranze alimentari. Mangio, dunque sono. I cinque segreti zen”
di Luigi Di Vaia. I nostri complimenti a chi ha subito individuato
nella proposizione “Mangio, dunque sono” una citazione del “Cogito,
ergo sum” di Cartesio. E’ lo stesso autore, nel sito di Daphne Lab,
a spiegare che: << “Mangio, dunque sono” è tratta dall’antica e
celeberrima frase di Cartesio sulla consapevolezza. Non a caso la
trama del libro “Intolleranze alimentari” tratta di come la
consapevolezza svolga il suo cristallino ruolo di spettatore nelle
vicende del mondo per poi essere aggredita e trasmutata
alchemicamente dallo stesso cibo di cui il corpo si nutre >>. Già
dal titolo capiamo quindi che l’autore attinge a fonti anche
diversissime tra loro per delineare un’idea più ampia della medicina
classica, un approccio olistico in grado di affrontare e debellare
malattie moderne quali lo stress e la cattiva educazione
alimentare.
L’opera di Di Vaia, però, si distingue
anche per la forma. Il testo che vi proponiamo, infatti, non è un
saggio, o almeno non solo. E’ anche un romanzo con una sua trama ben
definita: una storia che l’autore racconta attingendo forse a
momenti vissuti in prima persona e a personaggi incontrati lungo il
percorso della vita.
“Intolleranze alimentari”, edito da
Daphne Lab, mostra quindi un’incredibile coerenza tra l’argomento
trattato e il modo in cui questo viene affrontato. Inoltre non è
semplicemente un saggio ma anche un romanzo coi suoi protagonisti e
le sue storie. Basterebbero questi due elementi a valorizzare i
contenuti più specificatamente scientifici dell’opera, tutti
trattati con una chiarezza tale da raggiungere anche i lettori meno
competenti in materia. Ma c’è anche un altro fattore che ci ha
spinto a consigliarvi questa lettura: il libro di Di Vaia è un’opera
aperta e per questo costantemente aggiornata. Come? Grazie a
Internet e più in particolare a un blog creato dall’autore
sull’argomento, una nuova agorà dove tutti possono e sono invitati a
intervenire.
Medicina alternativa ed olistica
La medicina alternativa e la medicina tradizionale hanno indiscutibilmente lo stesso scopo: garantire il benessere dell’individuo. La prima ha un approccio di tipo psicologico e la seconda di tipo ambientale. La medicina olistica si propone di stabilire quali sono le cause di un calo immunitario che rende l’individuo vulnerabile agli agenti patogeni esterni dando inizio al decorso di malattie, la medicina tradizionale si dedica allo studio diretto degli agenti patogeni, virus e batteri presenti in natura. In occidente la medicina ufficiale ha sempre lasciato poco spazio per altri tipi di approcci medici, tant’è che ancora oggi la legislazione italiana non prevede un riconoscimento ufficiale delle professioni e dei professionisti che tramite studi e tirocini sarebbero abilitati ad operare come “medici alternativi”, specializzati nelle relative discipline. All’interno della medicina olistica vi sono innumerevoli pratiche differenti: l’agopuntura ( approdata in occidente a scopi analgesici) , la chiropratica e osteopatia (specializzate su ossa articolazioni e muscoli ), l’omeopatia, l’aromaterapia e la naturopatia, solo per citarne alcune. Il grande vantaggio dell’uso di terapie alternative è che queste non comportano solitamente controindicazioni, al contrario dei farmaci somministrati in abbondanza all’interno dell’uso della medicina convenzionale, che affronta la malattia come particolare a sé stante e non come parte di un problema che coinvolge l’intero organismo e lo stato psichico del paziente. Il concetto alla base del termine “medicina alternativa” sta proprio nel fatto che questa considera l’individuo un insieme di fattori fisici e mentali in armonia fra loro, il cui funzionamento dipende dall’equilibrio tra questi due elementi. La medicina alternativa non aggredisce l’organismo e attribuisce un’enorme importanza alla diagnosi della malattia e alla scoperta delle cause ( spesso psicologiche ) che l’hanno procurata. Spesso chi è sottoposto a terapie convenzionali si avvicina al tempo stesso anche a cure di approccio olistico, che non entrano mai in conflitto con le altre terapie poiché non invasive.
by Claudia Innocenzi